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L’evoluzione della lattina di birra, dove grafica e design contano

L’evoluzione della lattina di birra, dove grafica e design contano
By Silvia Canini 12 settembre 2018

Già un anno fa, prima dell’estate, ci eravamo presi un po’ di tempo per parlare sul blog delle lattine. Della differenza tra birra in lattina e birra in bottiglia, ovvero differenza praticamente nulla, dei pregiudizi verso la birra in lattina, considerata di scarsa qualità. Tutta colpa dell'associazione mentale che spesso si fa, con le birre industriali da due soldi che si trovano negli scaffali bassi del supermercato. Solitamente vendute a pochi centesimi.

La birra in lattina ha secondo noi molti lati positivi. Ad esempio, grazie al tanto disprezzato metallo, le lattine rispetto al vetro evitano alla luce di passare favorendo un'ottima conservazione della birra, che non subisce alterazioni dovute ad agenti esterni.


Le birre in lattina pesano meno, questo vi permetterà di trasportarne in quantità maggiori con facilità o di stoccarle meglio, qualora abbiate un negozio o un locale.


Per non parlare del fattore resistenza, la latta è infatti un materiale molto resistente, più del vetro che può frantumarsi cadendo. Al massimo con una caduta la vostra lattina si ammaccherà!


Ad un anno dallo scorso articolo, abbiamo visto una crescita incredibile della lattina, sotto ogni punto di vista.



Prendiamo ad esempio il birrificio CR/AK, che ha deciso di abbandonare le lattine producendo solo in lattina e, per preservare i sapori e sentori delle loro birre, consigliano addirittura di non versarla in bicchiere, bensì di berla direttamente dalla lattina.
Le lattine di CR/AK sono curatissime anche lato design, come molti altri birrifici hanno colto l’opportunità di sbizzarrirsi ulteriormente a livello di grafica.


E così come molti birrifici esteri e italiani si sono dati al formato in lattina, altri invece hanno deciso di produrre esclusivamente in lattina, in tanti si sono accorti del grande potenziale a livello grafico, la lattina è infatti graficabile a 360° e questo permette ai birrifici ma soprattutto ai creativi che lavorano per i birrifici, di sbizzarrirsi.


Parliamo ad esempio di Mister B, che produce esclusivamente in lattina e ogni lattina è una piccola opera d’arte! Mister B è un signor birrificio, nato da una grande passione di Mauro Bertoletti e dall'idea di realizzare birre da bere in ogni occasione, senza compromessi, piacevoli e nuove ad ogni sorso. Ora è anche una collaudata collaborazione tra Mauro Bertoletti e il birraio Davide Pessina. Il tutto in un piccolo paesino, Tripoli, a pochi chilometri dal centro della storica Mantova, una volta patria della sede del Circolo del Luppolo.


Un altro birrificio italiano che ha introdotto una proposta molto interessante in lattina, è lo storico Lambrate con la Robb De Matt, una APA dal colore biondo con riflessi dorati, caratterizzata da marcati sentori fruttati e citrici e una generosa luppolatura “Made in USA”.
Lato grafico, hanno puntato tutto su colori di grande impatto e la possibilità di usare la superficie della lattina a 360°, creando una lattina anche esteticamente d’impatto.


I celebri danesi di To Øl non potevano non esprimersi con il nuovo formato di tendenza ed ecco che hanno creato la Garden of Eden, con un’etichetta davvero bellissima curata dal sempre fantasioso designer Kasper Ledet.
La Garden of Eden è disponibile sia in bottiglia che in lattina, a voi come piace di più?


Un’altra bellissima (e buonissima, ovviamente) è del birrificio Brewdog abituato a produrre lattine fantastiche già da tempo: Kamikaze Knitting Club, stout produzione one-shot dell'anno 2018 realizzata con i luppoli Sorachi Ace e Magnum ed aggiunta di sciroppo d'acero.
È una vera bomba sia come birra che a livello estetico, è infatti nella nostra top 10, a livello grafico!


Ultima ma non per importanza tra le nostre fav, la You can’t buy happiness del birrificio olandese Kees, una birra in stile Barley Wine realizzata in collaborazione con il birrificio Alphabet. La grafica è minimale, bianco su nero, con questa bellissima e verissima scritta “you can’t buy happiness but you can buy this barley wine and that’s kind of the same thing” (non puoi comprare la felicità ma puoi comprare questa barley wine ed è praticamente la stessa cosa).
Come non dargli torto, dopo aver bevuto questa birra, per quanto è buona e ben fatta, ci si sente subito pervasi da una sensazione di felicità infinita.


Quest’ultima birra ci fa pensare che sarebbe bellissimo avere sempre più “etichette parlanti”, etichette con un copy pensato per farti sorridere o per farti amare ancora di più un birrificio.


Questa che avete letto è davvero una piccolissima selezione delle birre che ci sono piaciute maggiormente a livello estetico e che ci hanno portati a pensare che questo formato sia solo all’inizio della sua evoluzione. QUI troverete tutte le nostre birre in lattina, una più bella dell’altra ma soprattutto una più buona dell’altra!


E voi cosa ne pensate di questa evoluzione? Siete tradizionalisti o vi siete fatti conquistare come noi?