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Schieve Saison

Birrificio
De la Senne
Nazione
Belgio
Stile
Saison / Farmhouse Ale

Saison / Farmhouse Ale

Altamente carbonate, asciutte e con un’alcolicità media. I profumi fruttati dominano l’aroma e il palato, evocando sentori agrumati, speziati o floreali. Rinfrescanti, leggermente acidule, moderatamente amare e secche.

Colore
Biondo chiaro velato
Grado alcolico
5.2 %
Calice a tulipano Bicchiere consigliato
Calice a tulipano
FORMATI
Schieve Saison 33cl Schieve Saison 33cl
Prezzo: € 4,80
In arrivo
Schieve Saison 33cl Schieve Saison 33cl - Cartone da 24 bottiglie
Prezzo: € 110,40
a bottiglia € 4,60
In arrivo
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Caratteristiche e degustazioni

Gusto prevalente Acidulo   Tipo di fermentazione Alta fermentazione
Gradi Plato 11.4   Voto RateBeer 3.48 / 5
Stile Saison / Farmhouse Ale   Temperatura di servizio 12/14°C
Formato Bottiglia 33cl   Extra Da non perdere
Allergeni Orzo
Realizzata in collaborazione con Crooked Stave Artisan Beer di Denver, Colorado. Schieve Saison è una Saison che viene fatta riposare per oltre un anno in botti che contenevano vino bianco. Dal colore biodo chiaro velato, al naso l'aroma ha un carattere rustico, con in evidenza note acidule, fruttate e pungenti, che possono ricordare una Lambic. Al palato è secca e rinfrescante, qui le note fruttate lasciano pian piano spazio a sentori di legno, cuoi e cereali nobili. Finale acidulo.
Abbinamenti consigliati

Carni bianche

Carni rosse

Pesce

Piatti speziati

Pizza

Prodotti consigliati

Nazione
Belgio
Regione/città
Bruxelles
www
www.brasseriedelasenne.be

Storia Birrificio

Ultimo aggiornamento: Febbraio 2018

Il progetto “De la Senne” nasce nel 2005 come beerfirm dalla cooperazione di due giovani e carismatici appassionati birrai, con alle spalle diversi percorsi formativi, chiamati Yvan de Baets, autore di un saggio sullo stile Saison nel libro “Farmhouse Ales” di Phil Marowski e Bernard Leboucq, ex trombettista jazz, incontratisi nel maggio del 2002 durante la seconda edizione della “Zinneke Parade” a Bruxelles. Alla fine del 2003, il duo, decide di aprire un microbirrificio nel Comune belga di Sint-Pieters-Leeuw, situato nelle Fiandre (Brabante Fiammingo) a Sud-Est di Bruxelles, in un vecchio edificio adibito a deposito di proprietà della Brasserie Moriau, chiamandolo “Sint Pieters Brouwerij”.

Qui nacquero i primi esperimenti ma dopo solo due anni di attività, il successo delle birre prodotte ed i limitati spazi a disposizione, incoraggiarono Yvan e Bernard ad esaminare seriamente la possibilità di aprire un birrificio nella loro città natale Bruxelles, realizzando al contempo il sogno di una vita. Per sottolineare il legame affettivo con la Capitale, decidono di chiamare la nuova attività con il nome del fiume che l’attraversa, meglio dire che l’attraversava visto che il suo corso è stato deviato e coperto ma che sicuramente contribuì al suo sviluppo: la Senne. Di qui il nome “Brasserie de la Senne”.

Ci sono voluti cinque anni prima del trasferimento, caratterizzati da una lunga serie di ostacoli che vanno dagli errori bancari, alla burocrazia, dalla ricerca di fondi ai crepacci apertisi nel vialetto del birrificio e, per non farsi mancare niente, il furto nella casa di Yvan del computer dove erano conservati alcuni file riguardanti le ricette della birra. Nel frattempo i due soci hanno utilizzato gli impianti di proprietà di amici quali De Ranke, nella Vallonia occidentale, De Proef nella cittadina di Lochristi nel Nord del Belgio e Thiriez nel Nord della Francia dove potevano preparare la birra in modo autonomo. Il lavoro svolto ha sortito un grande eco tra gli appassionati di birra belga in patria e all'estero. Questo periodo di transizione si è concluso il 22 dicembre 2010, data della prima cotta nel nuovo birrificio, situato in un enorme hangar e dotato di un impianto da 20 hl con fermentatori appositamente costruiti per permettere al lievito un miglior metabolismo, nel quartiere periferico di Bruxelles chiamato Molenbeek-Saint- Jean.

La filosofia aziendale è chiara e categorica: la qualità (e la voglia di migliorarla continuamente) prima di tutto e non cederà mai il passo al profitto. La volontà è di produrre birre di carattere, con una personalità ben distinta e dal sapore complesso, senzaalcuna concessione all’aspetto commerciale, utilizzando materie prime nobili e di prima qualità, il più possibile a km zero, per le quali il costo non rappresenta assolutamente un criterio d’esclusione. È ritenuta di fondamentale importanza la qualità nel processo produttivo ed il rispetto dei tempi di lavorazione, con un’attenzione tutta particolare per l’igiene, uno degli aspetti basilari del fare birra e nella scelta delle tecnologie.

Per alcuni passaggi chiave della produzione si è scelto di lavorare “a bassa tecnologia”, per conservare tutta la ricchezza delle materie prime impiegate. Infine, l’azienda si propone di mantenere uno spirito ecosostenibile riciclando i residui solidi della birra per gli agricoltori ed il rifiuto di usare disinfettanti clorurati. L’azienda investe continuamente in lavori di ampliamento e nell’acquisto di nuove e tecnologiche attrezzature per consentire l’aumento della produzione, assolutamente necessaria visto che la domanda di esportazioni sta crescendo notevolmente, specialmente in America. Un ambizioso progetto è già in cantiere: presumibilmente entro la fine del 2018 sarà operativa una nuova area produttiva che affiancherà l’odierna, provvista di una spaziosa tap room ed un ristorante orientato su prodotti ittici da pesca sostenibile.

La Brasserie de La Senne è una delle piccole e solide realtà che rappresentano l’anima brassicola del Belgio: la volontà di sperimentare con metodi tradizionali, conservando in tal modo l’arte di produrre birra con criteri adeguati. Yvan e Bernard hanno alle spalle un invidiabile curriculum brassicolo che ha consentito loro la creazione di birre dalla forte personalità, senza compromessi, ricche ma non necessariamente graduate e molto beverine, “birre che noi stessi vorremmo bere” afferma De Baets: l’impronta stilistica delle etichette, che si ispirano alle grafiche vintage degli anni ’20 e ’30 e i nomi bizzarri delle stesse, frutto dell'ingegno di Jean Goovaerts, cugino di Bernard, hanno fatto il resto.

La produzione è suddivisa tra birre create in modo regolare, collaborative, stagionali e sperimentali e la capacità produttiva si attesta a circa 8000 ettolitri l’anno: attualmente, la domanda supera la produzione. Bruxelles è il primo mercato, poi viene il Belgio; l’esportazione è limitata, malgrado il successo riscontrato all’estero. Sono comunque presenti in una dozzina di paesi, tra i quali gli Stati Uniti, l’Italia e il Giappone. Nel 2012 il birrificio ha vinto il primo premio come “Miglior Azienda Artigianale” di Bruxelles.