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5 locali a Barcellona per godersi una buona birra

5 locali a Barcellona per godersi una buona birra
By Monica Di Loxley 09 gennaio 2017

Tra caña e artesanal: perché Barcellona non è solo il posto dove c’è quella chiesa là che devono ancora finire coi cosi sopra tutti storpi, e dei giardini che sembrano tirati fuori dall’immaginario di Syd Barrett. E non ci sono solo “cagne”.

Barcellona, lo si sa, è splendida: una città calda, trafficata da gente di ogni tipo, affollata ogni settimana dell’anno. Mi pare una Londra soleggiata e voluttuosa: scolaresche strafatte di selfie, coppiette avviticchiate lungo le calli, gruppetti di anzianotti coi cappellini fluorescenti, giovinotti con la maglia di Messi. Gente che si gode il cibo a tutte le ore del giorno e della notte. Gente che si accalca attorno ai banconi delle taperìas per colmare il piattino di stuzzicadenti e placare la sete con le cañas (magari spillate dai tank di Estrella sospesi sopra i banconi, che spadroneggiano).

Nel mio ultimo fugacissimo viaggetto a Barcellona, ho visitato in centro un paio di posticini che vi consiglio: un giorno per mangiare, per bere-senza-seghe-una-caña, per gustarvi una buona birra artesanal, ma anche per godervi una location incantevole.


Bar Brutal
Un accozzaglia sublime di ornamenti alle pareti, un bancone imponente, una testa di maiale con l’aureola. Una cucina ricercata e precisa: pochi ingredienti, un sapore esplosivo e pulito. L’insalata di polpo è una composizione raffinata, l’insalata di pomodori e pesche nettarine con succo di cetrioli è una clamorosa scoperta. Oltre alla carta dei vini (quanto è figa ‘sta cantina?), esiste una meritevole selezione di birre artigianali spagnole che variano a seconda della disponibilità.


Irati – Taverna Basca
Tappa immancabile. Un lungo bancone, un paio di baristi cordiali, e una sbadilata di succulenti pinchos. Al momento rimane la mia taperia preferita, ma sono ben accetti nuovi consigli!


Fàbrica Moritz Barcelona
L’antica fabbrica della birra Moritz, che si trova in Ronda de Sant Antoni, ha funzionato dal 1856 fino alla fine degli anni ’70, ed è stata riaperta nel 2011. Le ristrutturazioni sono state dirette dell’architetto francese Jean Nouvel, e hanno convertito la vecchia fabbrica in uno spazio gastronomico e per il tempo libero che lascia a bocca aperta. Lo stesso architetto ha spiegato che “l’edificio può essere situato in un contesto di archeologia industriale e vuole essere un punto d’incontro per tutti i barcellonesi”. La Fàbrica Moritz ospita una birreria, due ristoranti e un wine-bar dal quale si vede la sala cotta in rame e l’impianto di imbottigliamento vintage (non funzionante, ma indubitabilmente ornamentale). Colori caldi e spigolose strutture metalliche, birre fresche non pastorizzate prodotte dalla sala cotta da 60 hl a vista (NON sono le Moritz che si trovano negli altri pub e locali della città), ottime per rinfrancarsi dalla passeggiata pomeridiana.


Barcelona Beer Company
Una nuova realtà, fresca, e peculiare di questa città, che sta diventando sempre più interessante dal punto di vista delle birre artigianali. Non a caso la loro birra “base” è la “Barcelona Beer” (APA dalle delicate note floreali). Un birrificio piccolo, che sta già predisponendo l’ampliamento (a circa 10mila hl). Una tap room con cucina che strizza l’occhio alla Mediterranea. Le ho provate tutte (ehm… faceva molto caldo), e sono rimasta piacevolmente colpita dalla Miss Hops (IPA mascolina e rude), dalla Bella Lola (Blond Ale dai profumi citrici e terrosi) e dalla Nicotto (sì, c’è il Sorachi Ace, e si sente). Sicuramente da tener d’occhio, e da portar in patria.


Beer’linale
Il sogno di Alex, biersommelier Doemens nonché gestore di altri locali di successo in Spagna con pluriennale esperienza nel mondo della birra, di aprire un locale sulla Ramblas si avvera con questo straordinario luogo in stile industrial (Carrer del Carme 7, ci arrivate in 30’’ a piedi, senza troppi turisti tra le balle o piccioni sui tavolini).
Beer’linale è un brew pub que tienes pelota (grazie Chiara): vecchie annate di Cantillon, una sacrale teca per l’Utopia, Siren, Avery, Westvleteren, Bibibir, affiancate alle numerose e straordinarie compatriote per giusta vocazione al “local”: La Quince Brewing Co, Bidassoa, Moska de Girona, Espiga. Più di un centinaio… più di 180 mi conferma Alex. Ma ancor più soddisfatta nell’assaggiare le loro birre: la Beer’linale Pils mi ha rubato il cuore: schiuma abbondante, persistente e fine, naso floreale, finale secco e retrogusto lungo, amaro ed erbaceo, una grande armonia nel gusto. Unica, immensa iella: al momento sono disponibili solamente alla spina… il che mi costringerà a ritornarci… per ingolfarmi con le loro deliziose patatas bravas.


Scritto da:
Monica Di Loxley
Trevigiana trapiantata in Romagna (passando prima per le cantine di Montalcino) e qui catechizzata alla birra e alla piada: ripiena di polenta però. Sono una Beer-ciarlona, impiegata nel cervogia-marketing, rockettara, e diplomata biersommelier alla Doemens. Nel tempo libero mi trovate sul blog The Italian Craft Beer o su Instagram, a leggere Shakespeare, a cucinare veg, o a spasso col mio riccio.