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Vi presentiamo Renton, birrificio artigianale con brewpub

Vi presentiamo Renton, birrificio artigianale con brewpub
By Silvia Canini 10 marzo 2018

Renton nasce a Pergola (PU) nel 2007 e con il suo impianto da un ettolitro è stato, per anni, uno dei micro birrifici più piccoli d’Italia. L’idea è sempre stata quella di voler fare birra che loro in primis avrebbero voluto bere; un’idea che li ha guidati nel tempo spingendoli ad affinare le tecniche produttive, selezionare con cura le materie prime impiegate, mettere a punto ricette originali o appartenenti ad uno stile specifico, personalizzandolo o interpretandolo liberamente, come è stato ad esempio come la Lola, un’Italian Saison nata nel 2008, personalizzata con aggiunta di salvia fresca.

Nel 2014 i tre soci Andrea, Elia e Giannandrea, decidono di spostare ed ampliare l’impianto di produzione e trovare per Renton una nuova “casa”, è così che il birrificio si sposta a Fano, in un’area fino ad allora dismessa, una vecchia officina meccanica a ridosso delle millenarie mura romane fanesi.

Si passa da un impianto da un ettolitro a 240 mq di laboratorio che ospita un impianto da 16 ettolitri, un bel cambiamento per Renton.


Vista la grande disponibilità e accoglienza dei ragazzi di Renton, ci fermiamo in birrificio a fare un po’ di domande a Elia, il birraio, che produce birra da quando ha 17 anni (ad oggi ne ha 29).


Elia, quando vi siete trasferiti di preciso nel nuovo birrificio, qui a Fano? Come sono organizzati gli impianti? Che produzione riuscite ad avere?

Abbiamo ufficialmente aperto le porte di Renton, qui a Fano, nel 2015. Qui abbiamo un impianto a due tini semi-manuale, impianti semplici che seguono la filosofia Cadalpe, ovvero pochi tubi al fine di pulire in modo ottimale e annullando ogni margine di errore. Attualmente abbiamo una produzione di 120mila litri l’anno ma la previsione di quest’anno è di arrivare a 140mila litri.

Elia e Andrea


Quante linee e quali formati avete all’attivo?

In linea abbiamo attualmente 9 birre in bottiglia più 2 in monoformato e fusto. Ad esempio la New Order, la nostra Belgian Strong Ale, è solo nel formato da 75cl e non da 33cl poiché quando è nata lavoravamo principalmente con la ristorazione. I pub e i nostri clienti abituali preferivano il formato da 75cl e alla fine così è rimasto.


Parlando di ristorazione, le vostre birre sono molto amate nella ristorazione. Come mai secondo voi? Quali sono le etichette preferite dai ristoratori?

Si, abbiamo un mercato molto forte per la ristorazione, pensiamo sia per vari motivi. Il ristorante prima di tutto vuole costanza e qualità e queste sono entrambi fattori che noi riusciamo a garantirgli nel tempo. Produciamo inoltre birre con una propria identità ma al tempo stesso con una beva molto alta e questo è un altro punto a loro vantaggio perché, soprattutto nella ristorazione, la birra deve accompagnare i piatti e non deve coprirli. E anche in questo le nostre etichette sono perfette!


Le più richieste nella ristorazione sono la Sai (Easy Ale, disponibile solo in fusto) la Susi (una birra in stile Kolsch molto equilibrata) e la Jimmy Pale (Session American Pale Ale, leggera ma dall’aroma molto intenso).


Torniamo invece alla produzione, utilizzate molto il dry hopping, vero?

Si, utilizziamo una tecnica di dry hopping moderna, ovvero un dry hopping attivo con fermentatore in agitazione, così facendo c’è un più veloce scambio di resina della birra e permette alle poche cellule di lievito rimaste di assumeew tutto l’ossigeno che c’è (in 20 minuti circa).


E ora qualche domanda easy-peasy e di rito!


Qual è la prima birra prodotta con Renton nel nuovo birrificio?

La primissima (con Renton) direi che è stata la Susi, la nostra birra in stile Kolsch. in Pergolese invece la (mia) prima fu la Filippo Il Bello, una American Red Ipa. La seconda prodotta da Renton è stata invece la Lola, la nostra Italian Session, una delle rare birre con aggiunta di salvia fresca.


Il tuo luppolo preferito invece?

Non è facile decretare una preferenza assoluta… Forse direi il Mosaic, mi piace molto lavorarci e mi diverte lavorare con il suo profilo aromatico.


Dopo una bella chiacchierata in birrificio il nostro tour non è ancora finito. Per fortuna aggiungerei, perché se l’incipit del progetto è CasaRenton, vi possiamo assicurare che ci si sente davvero a casa e non si vorrebbe più venir via. Quindi dal birrificio passiamo al locale. Tadaaannn, non ve l’avevamo detto questo. Ora ci arriviamo!


Come affermano loro stessi, RentOn è molto più che un birrificio, è stato pensato infatti come un luogo dove accogliere e diffondere filosofia e metodi di lavoro, uno spazio che riunisce la realtà produttiva a un locale in cui bere, in compagnia, un prodotto di qualità.

Un vetro separa il birrificio dal locale, e viceversa. Dal locale è possibile vedere la produzione. E viceversa. Le due realtà si uniscono, la produzione ed il prodotto finale curati di giorno, vengono affiancati la sera a deliziosi piatti e un’atmosfera conviviale, rilassata.


Birra, artigianalità, buona cucina, musica e divertimento si mescolano in un connubio originale, in ben 430mq di locale con cucina a km 0 – di cui ben 300 di outdoor.

La maggior parte degli arredi sono handmade, con pezzi di recupero come le sedie e il bancone, ci racconta Giannandrea, o semplicementi ideati e costruiti da loro, come le pareti, bellissime, colorate e davvero originali.


Uno dei punti forti di “Casa Renton” (oltre alla qualità del bere e del mangiare) è la sua posizione strategica: accanto al mare, perfetto per le estati fanesi. A due passi dal centro storico per gli inverni cittadini. È insomma un luogo accogliente da frequentare tutto l’anno, dove sentirsi a proprio agio, del buon bere e del buon mangiare.


Hamburger, crostini, pesciolini fritti, focacce, piatti veg, carni a lunga cottura come le Ribs… e tutte le birre di Renton, che abbiamo piacevolmente degustato una per una dopo la visita in birrificio.


Bene, non vediamo l’ora di farvi assaggiare le loro birre. E di tornare a trovarli :D

Ecco tutte le birre di Renton sul nostro shop online.