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Eurhop 2018 in 10 birre italiane

Eurhop 2018 in 10 birre italiane
By Monica Di Loxley 18 ottobre 2018

Eh sì. Pure noi siamo stati all’Eurhop, perché non si può mancare ad un Festival tanto nerd e polpacciuto. In questo articoletto vi raccontiamo le 10 buonissime birre italiane bevute nelle mie solite #degustazioniumili. Solo birre italiane, che a mio modesto parere anche in questa manifestazione hanno dimostrato quanto sia eccellente e interessante l’offerta di casa nostra. E allora via con la siglaa (immaginatevi Mino Reitano di sottofondo che canta trafelato “Italia”).


1. Cuvée de Mugnega - Cà del Brado

Albicocche Orange Rubis (15%) per questa novità della cantina brassicola più amata dello stivale prodotta in collaborazione con la Brasserie Arnage. Fermentazione con Brettanomyces bruxellensis, oltre a lieviti e batteri presenti nei tini. Frizzante e delicata, la parte fruttata si esprime con una certa delicatezza, arricchita da agrumi, fiori e una sospettabile nota di cantina e funky.


2. Cric e Principesca - Opperbacco

Ci racconta Massimiliano: “Il mosto di birra va a finire in botte e viene inoculato il Brettanomyces "abruzzese", selezionato in collaborazione con l’Università di Teramo da bucce di Montepulciano d'Abruzzo. Ogni botte è caratterizzata dalla flora e dai microorganismi del legno e di altri ingredienti speciali, come le ciliegie per la Cric, o le pesche per la Principesca”. La Principesca ha una nota fruttata leggera, una acidità spiccata ed elegante, sferzata da sentori funky e di cantina. Altrettanto piacevole la Cric, dal colore più rosato e dalle note di drupa rossa matura più evidente… non per me, che da brava invornita le ho scambiate. Ah, Luigi e i suoi ragazzi ne hanno fatte anche altre due versioni, con fiori di sambuco e genziana, che saranno disponibili tra poco!


3. Ma2 - Birra dell'Eremo

Passion fruit sour ale, profumatissima e molto gustosa. Piacevole la nota dolce-fruttosa e acida, che mai delude per bevibilità ed equilibrio. Fa parte della collezione Non-Conventional Yeast (Kluyveromyces thermotolerans), brassata con malto d’orzo e 10% di frutto della passione; credo sia proprio la mia preferita della linea sperimentale del Birrificio dell’Eremo… Finora!


4. So- Clinch - Bonavena

PA PPA RAPPA PA PAAAA Rivelazione!!! Ottima la Gong, ma io mi sono innamorata della So-Clinch, uno stile impronunciabile quanto introvabile. Lichtenhainer pulita e crispy, eleganti note affumicate originate dal malto di frumento. Beva pericolosamente scorrevole. Un grazie a Simona per avermi fatto scoprire questo nuovissimo birrificio!


5. Alter Elvo - Birra Elvo

Altbier dal colore ambrato dai bei riflessi ramati, incappucciata da una splendida mousse color nocciola molto persistente. Ricca e morbida, note dolci, nocciola e caramello, delicata nota speziata. Corpo leggero, rotondo, finale piuttosto lungo non troppo secco.


6. Crazy Shot #6 - Birra Mastino

Gemella (stessi lotti di luppoli e malti) della Alter Elvo, ma prodotta nello stabilimento di Mastino. Una Alt dalla più spiccata secchezza e un’amarezza più burbera rispetto alla sorella.
"Da noi abbiamo osmotizzato e ricomposto il profilo di Düsseldorf, quindi più dura", ci conferma Mauro Salorni. La mineralità dell’acqua va a spingere sull’amarezza e sulla secchezza finale. Così lontane, così vicine.


7. Parrot Invasion - Rebels

IPA profumatissima, prevalentemente esotica (mango, passion fruit) e agrumata, dall’amarezza spiccata e fluida. Ok che la dose “assaggio” l’ho finita velocemente, ma la sua bellissima schiuma bianca super duratura è rimasta lì aggrappata al vetro che manco Alex Honnold.


8. AT Pils - Altotevere

Keller prodotta con la tecnica della doppia decozione dorata opalescente, con un bel cappello di schiuma fine. Delicata e allo stesso tempo ricca di note di cereale maltato. Non c’è molto altro da aggiungere: una birra semplice, pulita, da bere a garganella, io l’ho trovata proprio buona.


9. GOSExy - Batzen

È come sempre un’ottima scelta. Crosta di pane, salato leggero, spezie e una lieve nota acida (lattica). Beva strepitosa e appagante. E poi lo sguardo provocante della Alice che ciao proprio.


10. Tripladoppia - Eastside

Cose da fine serata, la Tripladoppia è una birra (Tripel) pienotta e ricca, generosa al naso coi suoi agrumi canditi, pesche mature, miele e banane, e una bella punta pepata. Tutto svelato anche in bocca contornato da un’amarezza leggera ed erbacea e una briosa frizzantezza che smorza, ma nemmeno troppo, un corpo esplosivo.


Vi rubo 1 minuto per segnalare due eccellenti bevute Extra IT.


Hop Drop Sour - Lervig

Una bella complessità che non va tuttavia a frenare l’approccio. Sour IPA realizzata con luppoli Citra, Cashmere e Amarillo, le note acide si avviluppano a quelle fruttate del luppolo (mango, lime, frutto della passione e ananas), corpo leggero, super dissetante.


Habitual - Fyne Ales

Birra in stile Tripel fermentata con lieviti Saison (francesi). “La Habitual ha trascorso 11 mesi in botte di vino rosso francese, per poi venire tagliata con una base acida (una sorta di Berliner Weiss) per poi esser messa a riposare in un tank secondario con un sacco di albicocche in macerazione” mi racconta il front-man Mauro Gobbo. Bella frizzantezza, naso ricco e sorprendente che regala note di vino, ossidazione, frutta matura e legno “e un finale di buccia di albicocca”. Retrogusto lunghissimo.


Forse avrei dovuto mangiare una camionata di supplì cacio e pepe in più per evitare l’hangover di domenica mattina. Ma per una volta ve bene così, ne è valsa veramente la pena.



Scritto da:
Monica Di Loxley
Trevigiana trapiantata in Romagna (passando prima per le cantine di Montalcino) e qui catechizzata alla Birra, e alla piada: col ripieno di polenta però. Sono una Beer-ciarlona, impiegata nel cervogia-marketing, rockettara, e diplomata biersommelier alla Doemens. Nel tempo libero mi trovate sul blog The Italian Craft Beer o su Instagram, a leggere Shakespeare, a cucinare veg, o a spasso col mio riccio.

#Eurhop, #Roma Categoria: Eventi