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Caratteristiche e degustazioni
Gusto prevalente | Acidulo | Tipo di fermentazione | Alta fermentazione | |
---|---|---|---|---|
Gradi Plato | 20 | Sottostile | Sour Ale | |
Stile | Sour / Wild Ale | Temperatura di servizio | 12/14°C | |
Formato | Bottiglia 75cl | Allergeni | Orzo |
Si presenta di un bellissimo colore arancio dorato con riflessi arancioni e schiuma bianca, copiosa e dalla bella compattezza e di discreta persistenza.
Al naso fresche note acetiche e lattiche, profumi di mela gialla e frutta tropicale si affiancano a calde note legnose, lievemente terrose e di cantina. Un bouquet intrigante e complesso, che rivela un tocco di vaniglia e bacche rosse (cassis e fragoline) nella sua raffinata intensità. Calda nota etilica col passare del tempo, coronata da profumi di frutta.
Il corpo è pieno, sostenuto, stemperato da una briosa frizzantezza. Al palato l'affinamento in barrique si fa protagonista, regalando note tostate, legnose, vinose e vanigliate, subito dopo frutta rossa, un tocco di agrumi e di nuovo frutta tropicale. Una buona freschezza lattica ed acetica, l'amarezza è defilata ma presente. Al retrolfatto sprigiona note legnose e di terra umida, e conclude con una strepitosa secchezza che appaga la bevuta e invita gagliarda la seconda sorsata.
Il retrogusto è lungo, riscaldante, leggermente astringente, raffinato.
Può accompagnare risotti delicati e ben mantecati, da provare con taglieri di formaggi per scoprire tutte le sue straordinarie sfaccettature nell'accompagnare i sapori grassi, "nutty", piccanti o per meglio dire pungenti dei formaggi. Complessa e vivace, la 24 Barrel Aged è perfetta come birra da meditazione, dopopasto, da bere con crostate con confetture di frutta e dolci con frutta secca e disidratata.
Un periodo prolungato di invecchiamento necessita di una attenta valutazione della birra che deve sottostare a particolari standard di grado alcolico e amaro per permettere di bilanciare le attività dei diversi microrganismi presenti nelle botti di legno e che in un tempo così lungo possono contribuire in modo considerevole. È iniziato perciò uno studio per l'individuazione dei più importanti parametri chimico fisici che permettessero alla flora indigena delle botti di poter contribuire nel modo più adeguato possibile.
Il risultato ottenuto è quindi frutto del lavoro dei lieviti selvaggi e indigeni delle botti e alla flora batterica acetica e lattica ai quali è stato dato tutto il tempo necessario per evolvere sentori, profumi e gusti assolutamente originali e non ottenibili altrimenti. Il prodotto risultante si caratterizza da una elevatissima attenuazione (secchezza, pulizia), una equilibrata ma evidente acidità, da sentori barricati ma freschi allo stesso tempo.
Venduta nella confezione a tubo in cartone, con libretto illustrativo all'interno. Perfetta come occasione regalo.
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Dolci
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Recensioni Prodotti
STORIA DEL BIRRIFICIO
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Storia Birrificio
Ultimo aggiornamento: Aprile 2013
Siamo agli albori della Storia delle birra in Italia.
Attorno a un tavolo di una birreria di Rimini si trovano un gruppo di amici, da sempre robusti bevitori di birra ma anche buoni esperti della maltata bevanda. No, non volevano cambiare il mondo come gli amici della canzone di Gino Paoli.
Sull’onda dei primi entusiasmi suscitati dai micro birrifici italiani volevano semplicemente cominciare a produrre birra anche loro. Non una birra qualunque, ma una serie di birre che richiamassero i caratteri della loro terra, la Romagna.
E chi più di Fellini, il mitico regista riminese, poteva ispirarli?
E quale altro film poteva essere preso come modello se non il celeberrimo "Amarcord"?
Il titolo di questa pluripremiata pellicola, che in dialetto romagnolo significa ‘mi ricordo’, diventa dunque il leit-motiv di tali birre artigianali, le cui caratteristiche rappresentano vari personaggi del film, tutti femminili.
In fin dei conti il Grande Maestro Federico era un virilissimo tombeur des femmes, per cui non si poteva essere tacciati di maschilismo se si dedicavano le birre ad altrettante protagoniste del film. E così è stato.
Dopo inizi esaltanti ma avventurosi, ecco che nel 2002 un rinomato Mastro birraio, dopo aver maturato significative esperienze in birrerie italiane e tedesche, rileva il marchio ‘Amarcord’ da questa birreria di Rimini e apre i battenti nella Repubblica di San Marino, dotando l’unità produttiva di tecnologie brassicole all’avanguardia.
L’idea è di essere in pole position tra i produttori italiani di birra e di distribuire i prodotti di Amarcord fra i locali birrari specializzati, basandosi su un’accurata selezione di malti d’orzo e di tipi di luppolo nonché naturalmente dei lieviti. Il successo non può mancare anche perché il mercato delle birre si fa ogni anno di più ampio e i suoi adepti aumentano in numero e in consumi.
Ogni successo è sempre benvenuto, ma quando cresce a dismisura risulta un problema gestirlo. Ed ecco che per potenziare la produzione delle birre Amarcord bisogna trasferirsi dove ci sia più spazio. La scelta cade su di un terreno di Apecchio, un comune marchigiano in provincia di Pesaro-Urbino, dotato di un’acqua pura e ideale per la produzione della birra.
Una volta trovata la fonte d’acqua giusta per una produzione birraria di qualità, va da sé che gli altri ingredienti rimangano al top qualitativo, per cui oggi ad Apecchio viene brassata una gamma di birre adatte non solo per il mercato in generale ma anche per il consumatore più sofisticato, smaliziato e giustamente esigente.