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Sinergia '19

Nazione
Italia
Stile
IPA India Pale Ale

IPA India Pale Ale

Moderatamente forti e molto ben attenuate, le birre India Pale Ale (IPA) sfoggiano un aroma e un gusto agrumato ed erbaceo, dove il luppolo naviga incontrastato verso un finale secco ed aromatico. Tuttavia, hanno un’indole meno amara e un profilo maltato superiore rispetto alle cugine americane.

Colore
Ambrato
Grado alcolico
7.3 %
Pinta Bicchiere consigliato
Pinta
FORMATI
Sinergia '19 33cl Sinergia '19 33cl - Cartone da 12 bottiglie

Caratteristiche e degustazioni

Gusto prevalente Amaro   Tipo di fermentazione Alta fermentazione
Gradi Plato 13.70   Voto RateBeer 3.21 / 5
Stile IPA India Pale Ale   Temperatura di servizio 12/14°C
Formato Bottiglia 33cl   Allergeni Orzo
Sinergia '19 nasce dalla collaborazione tra Abbazia Tre Fontane e Spencer Brewery, prima collaborazione nel panorama delle birre trappiste. Dal colore ambrato Sinergia '19 è una birra in stile IPA fresca ed intensamente aromatica, si percepiscono infatti al naso ed al palato note di frutta tropicale e pesca, ben in equilibrio con i sentori più amari conferiti dalla luppolatura. Piacevoomente amara.
Abbinamenti consigliati

Carni bianche

Piatti piccanti

Piatti speziati

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Verdure

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4.8 /5

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Cliente anonimo pubblicato il 19/05/2021 in seguito ad un ordine del 30/04/2021

5/5

Scoperta per caso in un pack trappista, una IPA che trova il giusto spazio nell'universo birraio. Molto beverina, presenta tutte le caratteristiche della birra monacale con la freschezza dei luppoli dello stile

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Cliente anonimo pubblicato il 17/05/2021 in seguito ad un ordine del 02/05/2021

5/5

Molto buono, conforme alle mie aspettative, lo raccomando!

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Cliente anonimo pubblicato il 23/04/2021 in seguito ad un ordine del 31/03/2021

5/5

Gran bella sorpresa Otiima !

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Cliente anonimo pubblicato il 22/04/2021 in seguito ad un ordine del 05/04/2021

5/5

Probabilmente la IPA più buona in circolazione.

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Cliente anonimo pubblicato il 21/03/2021 in seguito ad un ordine del 08/03/2021

5/5

La IPA più buona.

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Nazione
Italia
Regione/città
Lazio / Roma
www
www.abbaziatrefontane.it
Abbazia delle tre fontane

Storia Birrificio

Ultimo aggiornamento: Settembre 2017

Situato nella “città eterna” tra ulivi ed eucalipti in un’oasi di pace e tranquillità, lontano dal frastuono della città, questo monastero ascetico, da sempre sito d’intensa vita monastica, ospita una piccola comunità di monaci Cistercensi della Stretta Osservanza, conosciuti anche con il nome di “Trappisti”. Il luogo, ove oggi sorge il complesso abbaziale delle Tre Fontane, è sito sul percorso dell’antica via Laurentina; l’appellativo più remoto dato a questo tratto fu “Acque Salvie”. Sussistono diverse reminiscenze che tentano di chiarire la nascita del nome: una la assegna alla famiglia romana Salvia; un’altra, invece, afferma che il nome sarebbe originato dall’esistenza di numerose e salubri sorgenti, tuttora presenti. L’origine più accreditata e riportata in diversi documenti ritenuti attendibili dell’appellativo “Tre Fontane” è intimamente collegata a una vicenda di assoluto rilievo per la comunità cristiana: il 29 giugno del 67 d.C., in prossimità delle “Acque Salvie”, fu martirizzato, tramite decapitazione, l’apostolo Paolo. L’epopea vuole che la testa tagliata di San Paolo sia rimbalzata tre volte a terra, facendo sgorgare, nei tre punti, fonti d’acqua.

La prima comunità monastica ad insediarsi in questo luogo risale alla metà, circa, del VII secolo (649); trattasi di monaci greci a cui l’imperatore Eraclio rivolse la custodia delle reliquie (la testa) del martire persiano Anastasio che poi fu fatto Santo. Nel corso dei secoli, grazie anche a miracolose guarigioni e leggende, “Acque Salvie” divenne un luogo di grande importanza per la Chiesa: sono narrate diverse e cospicue donazioni da parte di pontefici e regnanti. Della comunità benedettina dell’Abbazia di Cluny, che succedette ai religiosi greci, si hanno poche informazioni tranne la data di allontanamento degli stessi per due probabili ragioni: la malaria che uccise numerosi monaci e il proposito di Papa Innocenzo II di affidare il monastero ai Cistercensi. Negli Annali del pontefice è redatto che, nel 1140, egli assegnò “per gratitudine” questi luoghi alla Congregazione Cistercense guidata dall’abate Bernardo Paganelli di Montemagno (eletto Papa con il nome di Eugenio III nel 1145), con il compito di ricostruire gli edifici; lavori che terminarono nel 1221. È in quest’epoca che avviene la costruzione della Chiesa Abbaziale e del complesso monastico come oggi lo conosciamo. Da questo momento il prestigio di Tre Fontane cresce celermente diventando una vera e propria potenza e fondando altresì cinque Abbazie “filiali”. Tutto però s’interruppe nel 1808 con l’occupazione dello Stato pontificio da parte delle truppe napoleoniche: i monaci cistercensi furono costretti ad abbandonare il monastero, tutti i beni furono sequestrati e le strutture andarono in rovina.

Gli stili realizzati abbracciano quelli classici belgi (Tripel, Belgian Strong Ale, Saison, etc) ma anche i più modaioli orientati verso il “mondo dell’amaro” (Ipa e sottostili) e quelli inglesi (Imperial Stout, Porter e Barley Wine). In pochi anni Het Nest ha creato una gamma di eccellenti birre, suddivise in regolari, speciali e one shot, prodotte anche in collaborazione con altri birrifici e realizzate altresì per conto terzi, che si sono distinte a livello mondiale e che in alcuni casi hanno ricevuto premi nazionali ed internazionali, come ad esempio la loro Saison chiamata “Turnhoutse Patriot” che si è classificata al secondo posto al Brussels Beer Challenge 2012. La birra è venduta in Belgio ma una parte significativa è destinata all’esportazione negli Stati Uniti, Finlandia, Danimarca, Italia, Paesi Bassi, Spagna, Taiwan, Regno Unito e Svezia. L’export verso l’Asia sta crescendo rapidamente (Cina e Giappone). Oltre alla fabbrica di birra, Het Nest possiede una sala di degustazione attrezzata. I visitatori possono visitare la brewery in un tour di circa novanta minuti, seguito naturalmente da una degustazione.

Solo nel 1867 Pio IX, grazie anche ad una considerevole donazione da parte del conte di Maumighy, le attività ripresero: il 21 aprile 1868 il complesso monastico fu donato, con il compito di ricostruire una comunità, ad un gruppo di religiosi appartenenti all’ordine dei Cistercensi Trappisti. Questi ultimi avviarono diverse attività di ristrutturazione ma principalmente si concentrarono sull’intera bonifica dell’area, con la realizzazione di strutture per il drenaggio delle acque stagnanti. La lotta alla malaria, che terminò nei primi del ‘900, ebbe un poderoso alleato nell’albero di Eucalyptus che contribuì al debellamento della malattia: i religiosi ne seminarono circa 125,000.

La comunità comprende, oltre al Monastero dedicato ai Santi Vincenzo e Anastasio, la Chiesa Abbaziale, la Chiesa di Santa Maria alla Scala Coeli e la Chiesa di San Paolo al Martirio. Fanno parte della struttura, inoltre, un refettorio e il dormitorio, il chiostro e la sala comune (scriptorium). A questi spazi si aggiungono differenti laboratori, i magazzini, la portineria, la foresteria, l’antico liquorificio Trappista e dal maggio del 2015, anche una brewery che è entrata a far parte della ristretta cerchia degli undici birrifici al mondo che possono fregiarsi ed utilizzare il logo “Authentic Trappist Product” che indica l'osservanza di una serie di regole stabilite dall'Associazione Internazionale dei Trappisti. In verità l’Abbazia, da oltre un anno, commercializzava già una birra ma essendo realizzata al di fuori delle mura della comunità aveva la denominazione di “Birra dei Monaci”.

Attualmente, l’unica birra prodotta dopo un attento e generale restyling e in soli 1000 ettolitri l’anno, è di chiara matrice belga: trattasi di una Tripel aromatizzata all’Eucalipto. Tre Fontane non commercializza solo birra, dal giugno 2014 è stato aperto al pubblico il negozio monastico dedito alla vendita diretta dei propri prodotti Trappisti quali: vati tipi di cioccolato, olio d’oliva, diverse varietà di miele, liquori di elevata qualità come quelli a base di Eucalipto, crema di nocciola, gelatina di birra, formaggi, vino, marmellate, prodotti cosmetici, d’artigianato e naturalmente oggetti religiosi.

 
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Cliente anonimo pubblicato il 19/05/2021 in seguito ad un ordine del 30/04/2021

5/5

Scoperta per caso in un pack trappista, una IPA che trova il giusto spazio nell'universo birraio. Molto beverina, presenta tutte le caratteristiche della birra monacale con la freschezza dei luppoli dello stile

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Cliente anonimo pubblicato il 17/05/2021 in seguito ad un ordine del 02/05/2021

5/5

Molto buono, conforme alle mie aspettative, lo raccomando!

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Cliente anonimo pubblicato il 23/04/2021 in seguito ad un ordine del 31/03/2021

5/5

Gran bella sorpresa Otiima !

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Cliente anonimo pubblicato il 22/04/2021 in seguito ad un ordine del 05/04/2021

5/5

Probabilmente la IPA più buona in circolazione.

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Cliente anonimo pubblicato il 21/03/2021 in seguito ad un ordine del 08/03/2021

5/5

La IPA più buona.

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