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Metodo Classico

Birrificio
Baladin
Nazione
Italia
Stile
Metodo Champenoise

Metodo Champenoise

Prodotte con metodi unici ed artigianali, utilizzati per la creazione dei famosi Champagne francesi. Da questa antica ricetta si ottiene una “gasatura” naturale, che sprigiona aromi floreali e fruttati, unici ed inimitabili.

Colore
Ambarto
Grado alcolico
10 %
Calice Bicchiere consigliato
Calice
FORMATI
Zucca 75cl Metodo Classico 2018 75cl

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Metodo Classico 2018 75cl Metodo Classico 2018 75cl - Cartone da 6 bottiglie

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Prezzo Pieno: € 136,20

a bottiglia € 20,43
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Caratteristiche e degustazioni

Gusto prevalente Acidulo   Tipo di fermentazione Alta fermentazione
Gradi Plato 19.5   Stile Metodo Champenoise
Temperatura di servizio 4/8°C   Formato Bottiglia 75cl
Allergeni Orzo

Baladin “Metodo Classico” è il simbolo per eccellenza del concetto di rifermentazione in bottiglia. Questo metodo di produzione, “Metodo Classico”, appunto, ha un origine nel mondo del vino ed è una tecnica che ben si adatta anche alla birra.
Baladin “Metodo Classico” non utilizza nella ricetta derivati dal mondo del vino: uve, mosto o lieviti. La prima produzione destinata agli appassionati del bere elegante e di qualità, è stata prodotta nel febbraio del 2014 e imbottigliata il 5 di marzo dello stesso anno.
Le 11.680 bottiglie prodotte hanno riposato – tecnicamente lasciate “sui lieviti” – per 18 mesi in birrificio.
La sboccatura, ossia l’apertura di ogni singola bottiglia per eliminare il lievito in eccesso, è stata fatta dal 7 al 30 ottobre 2015.
Un processo lungo che ha impegnato tante mani esperte e che ha regalato sorprese ed emozioni. La bottiglia stessa, ben 900 grammi di vetro (peso necessario per sopportare le pressioni elevatissime generate dalla fermentazione), è un simbolo degli inizi di Baladin. Ripropone infatti la forma originale adottata da Teo nel 1997 e che per lui rappresenta: “un legame quasi affettivo”.
Il risultato è una birra ad elevata gradazione alcolica, dal fine perlage, un esperienza da bere.

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Cliente anonimo pubblicato il 27/12/2020 in seguito ad un ordine del 09/12/2020

5/5

è stato un regalo molto gradito

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Cliente anonimo pubblicato il 13/05/2017 in seguito ad un ordine del 02/05/2017

5/5

TUTTO OK

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Cliente anonimo pubblicato il 19/12/2016 in seguito ad un ordine del 11/12/2016

5/5

Ottima

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Nazione
Italia
Regione/città
Piozzo (CN)
www
www.baladin.it

Storia Birrificio

Ultimo aggiornamento: Maggio 2018

L’epopea di colui che molti considerano, giustamente, il “pioniere” della birra artigianale italiana, comincia nel 1986 quando Matterino “Teo” Musso, classe 1964, decide, assieme all’allora compagna, di aprire nel paesino che gli ha dato i natali situato alle porte delle Langhe piemontesi in Provincia di Cuneo e di nome Piozzo, una birreria. La sua passione per la birra e un po’ la sua leggera avversione per il vino, lo portano a riempire il menù con più di duecento referenze birrarie internazionali, soprattutto provenienti dal Belgio e dalla Francia. Le scelte operate portano buon nome e clienti al piccolo locale battezzato “Le Baladin” dall’amico François del Cirque Bidon, in omaggio alla natura “zingara e visionaria” ed alla personalità poliedrica, anticonformista e alle doti comunicative di Teo stesso (Baladin in francese antico significa “cantastorie”).

Passano gli anni e il locale si amplia e si modifica; cambia anche la sua compagna, ora è Nora la sua musa ispiratrice ed assieme decidono di trasformare la birreria in un brewpub. Teo, per apprendere l’arte brassicola, si reca frequentemente in Belgio dove trascorrerà diverso tempo e dove avrà la fortuna di imparare da grandi maestri come Christian Vanhaverbeke e di visitare molti birrifici come ad esempio la Trappista Chimay, la monastica Grimbergen e la rinomata Achouffe. Tornerà in Italia con le competenze necessarie ed un impianto autoprodotto in Belgio con l’aiuto dell’amico Jean-Luis Dits della Brasserie à Vapeur (Pipaix–Belgio) che verrà collocato nel garage di fianco alla birreria da cui il birrificio prenderà il nome.

Correva l’anno 1996. Da subito l’obiettivo è stato quello di produrre birra caratterizzata sia nel gusto che nell’immagine, con lo scopo di imporsi nel mondo della ristorazione e della gastronomia. Inizia così l’avventura produttiva di Birra Baladin che vede da subito diverse birre “imposte” agli abituali frequentatori del pub, alquanto perplessi ed imbarazzati nel degustare queste prime, un po’ avventurose, creazioni di Teo. Nel 2000, dopo solo quattro anni dal suo avvio, la cantina di fermentazione richiese un ampliamento grazie ai primi successi commerciali. Non potendo trasferire l’intero impianto per evitare un problema di identità al neonato brewpub, Teo decise di adattare allo scopo un ex pollaio di proprietà dei sui genitori e distante 300 metri. Per trasferire il mosto venne costruito un “birrodotto”. Due anni più tardi ci fu il trasloco di tutte le apparecchiature nel “pollaio” e di conseguenza un adeguamento in termini di capacità produttiva.

Nel 2007 nasce “Casa Baladin”, un ristorante birrario (oggi agriturismo) con camere dove la scelta di un grande chef dimostra concretamente cosa significhi il concetto di “abbinamento birra e cibo”. L’anno successivo germoglia l’Open Baladin, prima birra open source con la ricetta diffusa per gli homebrewer attraverso il web e poi ripresa nel nome in un locale a Cinzano (ne seguiranno molti altri), voluto con l’amico mastro birraio Leonardo di Vincenzo. Attualmente il secondo locale, l’Open Baladin Roma, è un vero punto di riferimento per gli appassionati e soprattutto un centro di cultura birraria italiana ed internazionale.

Crescendo l’azienda anche la sede nell’ex pollaio era, nel frattempo, diventata troppo piccola e si rese necessario il trasferimento, nel marzo del 2009, in una struttura più grande in grado di soddisfare la crescente domanda. L’occasione si presentò con la disponibilità di una ex fabbrica di serramenti in alluminio di circa 2.600 metri quadrati coperti ai piedi della collina di Piozzo, nel Comune attiguo di Farigliano. L’idea era quella di non costruire nulla di nuovo ma di ristrutturare con lo scopo di evitare di occupare altri spazi verdi.

E il pollaio? Nel 2010 diventa “Cantina Baladin” che ospita botti e barrique dove riposano birre speciali (Barley Wine) e sperimentali ma anche birre dedicate al mondo del vino in omaggio al padre Enrico. L’imprenditore Oscar Farinetti, fondatore della catena Eataly, invita Teo a fare parte del ristretto gruppo di lavoro che letteralmente “attorno ad un tavolo” inizia a rendere concreto quello che diverrà un'eccellenza di gastronomia e di istruzione culinaria italiana. Nasce il progetto “Birreria” che con altri due produttori (Dogfish Head e Birra del Borgo) ha lo scopo di creare dei brewpub all’interno di alcune strutture di Eataly, prime fra tutte la mitica sede di New York nel 2011. Sempre in questo periodo germogliano i Baladin Cafè, piccoli locali che esprimono appieno il gusto Baladin in tutti i sensi.

Da gennaio 2012 il birrificio cambia la sua denominazione sociale in “Birrificio Baladin Società Agricola” con lo scopo di assumersi la responsabilità dell’intero ciclo di produzione. L’obiettivo finale è di sostenere completamente questo ciclo a “filiera corta”, producendo non solo ricchezza ma anche valori etici. Il malto d’orzo viene prodotto nei terreni in Basilicata, Piemonte e Marche mentre parte del luppolo in una piantagione sperimentale in Piemonte in collaborazione con l’Istituto Agrario di Cussanio (Cuneo). Musso fa dell’indipendenza un tratto fondamentale, l’obiettivo è di utilizzare completamente materie prime autoprodotte entro il 2022. A luglio del 2016 Baladin si “regala” una nuova sede produttiva che vede coinvolti grandi gruppi e partner locali, dove la parola innovazione guiderà le scelte tecnologiche e filosofiche.

Con l’inaugurazione dell’Open Garden a giugno del 2017 la struttura è diventata luogo di produzione, di ricerca, di coltivazione, di eco sostenibilità, di studio, di condivisione e di cultura. 73.000 metri quadrati nel verde comprendenti una cascina del XIV secolo impiegata come centro didattico di alto apprendistato per mastri birrai, taproom e cantina. Un’immensa area relax con una colonia di caprioli, campi coltivati a luppolo ed orzo, 3 fonti d’acqua, un impianto con una sala di cottura completamente automatizzata che porterà gli attuali 25.000 ettolitri/annoai possibili 50.000, una cantina di fermentazione da 3000 hl, un magazzino di 500 mq a quattro piani, uno stabile destinato alla rifermentazione delle bottiglie completamente meccanizzato ed un laboratorio per il controllo costante dell’attività di produzione, creazione di nuovi prodotti, cultura e propagazione delle famiglie di lievito selezionate in esclusiva per il birrificio e naturalmente la validazione di nuove tecniche.

Da sempre impegnato anche nel sociale e nell’ottica di divenire il primo birrificio artigianale autonomo al mondo, molta attenzione viene prestata all’eco sostenibilità attraverso la depurazione delle acque esauste, recuperando il calore, trasformando le trebbie ed utilizzando energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili certificate. Dal punto di vista distributivo le oltre 30 varianti di gusto e formato in continua evoluzione e prodotte con le migliori tecnologie che permettono di coniugare artigianalità e qualità, sono direttamente commercializzate attraverso una società di distribuzione di proprietà nata nel 2003 e chiamata “Selezione Baladin”. Il mercato principale è quello italiano ma l’interesse da parte dei distributori stranieri sta rapidamente favorendo la crescita dell’export in tutto il mondo, attualmente Baladin è presente su ben 35 mercati internazionali.

Quasi inutile sottolineare gli innumerevoli riconoscimenti, nazionali ed internazionali ricevuti, quali ad esempio “Birrificio dell’Anno”, varie medaglie ai “World Beer Cup”, la premiazione in diverse categorie da parte del forum di rating statunitense Ratebeer ed il prestigioso riconoscimento “Semper Ardens Awards for Beer Culture” nel 2005, destinato a chi abbia saputo contribuire allo sviluppo della cultura “birraria” nel mondo. Teo, primo italiano a ricevere il premio, è stato riconosciuto come “promotore della cultura della birra nel mondo della gastronomia e della ristorazione”. La birra per Teo Musso è una passione, un intenso amore per il gusto e sicuramente una forma di espressione.

 
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Cliente anonimo pubblicato il 27/12/2020 in seguito ad un ordine del 09/12/2020

5/5

è stato un regalo molto gradito

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Cliente anonimo pubblicato il 13/05/2017 in seguito ad un ordine del 02/05/2017

5/5

TUTTO OK

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Cliente anonimo pubblicato il 19/12/2016 in seguito ad un ordine del 11/12/2016

5/5

Ottima

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